Analisi e Confronti con il presente - Il bipensiero Orwelliano

da 1984

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  1. SommoVir
     
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    L'articolo seguente è un anilisi della distopia orwelliana raffrontata con i tempi moderni. La lettura risulterà più facile per chi ha già letto il libro, ma non è impossibile per chi non lo ha fatto. La scrittrice a mia sommo-personale opinione è comunque faziosa e sinistrorsa... soffre un po' di vittimismo-comunista, tuttavia molti confronti con il presente sono drammaticamente realissimi.




    Nel 1945 Orwell scrive, come protesta allo stalinismo russo, ‘La fattoria degli animali’, una fiaba satirica in cui tratteggia una forma di socialismo umano che salva la libertà. Quattro anni dopo Orwell pubblica, sempre in chiave antisovietica, ‘1984’, appartenente al filone della narrativa di anticipazione e chiaramente ispirato a ‘Il nuovo mondo‘ di Aldous Huxley.
    Huxley aveva profetizzato una società del futuro dominata dalla tecnologia, i cui cittadini nascono tutti in provetta e 10 Controllori supremi reggono la Terra (oggi abbiamo 5 stati all’ONU con diritto di veto che dettano la storia del mondo).
    Siamo alla metà del 1900, è ormai chiaro che il mondo non sarà salvato dalla illusione positivista che ha generato il falso ottimismo tecnologico, né dalla rivoluzione proletaria da cui è emerso l’idra del totalitarismo staliniano.
    Orwell produce dunque questo libro cupo, con la data di un mondo futuro in cui il pensiero è totalmente condizionato.
    Nel ‘54 il testo viene portato sui teleschermi inglesi producendo forti critiche per il suo carattere accentuato e terrificante. Ne vengono tratti anche tre film di cui uno di Michael Radford. Ma i film non sono facili e il libro nemmeno.
    Quando arrivò il 1984, Orwell fu deriso perché nulla di ciò che aveva predetto sembrava non essere accaduto e si cercò anche di limitare la sua critica allo stalinismo, ma ‘1984’ doveva incidere la storia dell’Occidente e creare riflessioni angosciose in molti intellettuali, come Fromm, che ne colsero la potenza profetica.
    Probabilmente Orwell aveva in mente, oltre a Stalin, anche uno dei più bui e reazionari periodi della storia americana, il maccartismo, tra gli anni ‘50 e ’54, in cui il senatore repubblicano McCarthy attuò una serie di purghe politiche su intellettuali, attori, scrittori perseguitati in quanto comunisti, ma ogni regime assoluto, e massimamente gli attuali regimi mediatici, sembrano trovare triste conferma nelle strategie totalitarie. '1984' diventa una metafora sempre attualizzata,
    Platone nella Repubblica aveva scritto un’utopia; Orwell in ‘1984’ scrive una antiutopia, o utopia negativa, il mondo dove non vorremmo vivere.
    ‘1984’ è la storia di ciò che potrebbe accadere se si permette a certe ideologie di prendere il potere e di usarlo in modo assoluto. Come ‘Il Principe’ di Machiavelli spiega cosa può fare un principe cinico e diventa poi il manuale di sovrani astuti e capziosi, così ‘1984’ diventa il manuale del governo totalitario. Da una parte insegna a comandare, dall’altra, come il Principe, svela le trame del potere.
    Orwell immagina un mondo futuro diviso in 3 iperstati: Oceania, Eurasia e Estasia. Londra fa parte di Oceania ed è sotto la dittatura del SOCING (socialismo inglese, soc ing), il partito unico guidato dal Grande Fratello. La popolazione è divisa tra il Partito Interno (2%) che comanda, il Partito Esterno addetto ai servizi (13%) e il prolet (85%) privo di potere. Il libro si occupa solo del condizionamento dei membri del Partito Esterno, essi portano lo stesso vestito e sono condizionati allo stesso pensiero.
    Il Partito crea la realtà e la modifica a suo piacere. I membri del Partito Esterno sono continuamente controllati da uno schermo in ogni casa che, mentre manda programmi vari, spia i pensieri per la Psicopolizia (thinkpol), per cui l’incubo di tutti è di commettere lo Psicoreato, o delitto di pensiero (crimethink).
    Nello stato di Orwell il grande reato è pensare in proprio.
    L'unico pensiero accettato è quello formato dalla Neolingua (Newspeak), è essa un sistema linguistico elaborato dai tecnici del Partito, in cui ogni termine assume solo ed esclusivamente il significato che il Socing desidera.
    Ogni gruppo di vincitori si arroga il diritto di prevaricare gli altri, dandosi dei privilegi. Un tempo esisteva una casta che aveva privilegi ereditari. Oggi abbiamo una classe economicamente dominante. In Russia era nata una rivoluzione dal basso, in realtà guidata da borghesi intellettuali che avevano ventilato la possibilità di un potere esercitato dal proletariato. Quello che avvenne poi fu diverso: già Lenin aveva espropriato la volontà dello stato facendola coincidere con la propria; Stalin completò il progetto instaurando una dittatura personale. Il potere non partì dal proletariato per tornare al proletariato, ma diventò il totalitarismo di una sola persona e del suo gruppo di complici, fissandosi in un abnorme culto della personalità. Come il potere si cristallizza in una persona o un gruppo di dirigenti, si riproducono immediatamente il privilegio e il vantaggio di pochi con l’esautorazione del potere e del vantaggio di tutti gli altri.
    Orwell descrive le modalità di un autoritarismo assoluto. Marx aveva detto che, quando il proletariato avesse fatto l’ultima rivoluzione, la lotta di classe sarebbe sparita. Orwell ci mostra che è più facile che poche persone concentrino il potere su di sé, creando strumenti che impediscono di fatto ogni ulteriore rivoluzione.
    Il primo strumento è il condizionamento mentale, per far sparire ogni pensiero autonomo e ogni critica. Per questo il Partito totalitario inventa e impone un pensiero omologato, una neolingua, per una ideologia fissa uguale per tutti, per un controllo assoluto della mente e della volontà.
    Lo slogan del Socing è: “Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”.
    Nel perfetto stato totalitario il Potere è personale e nello stesso tempo artificiale, è il Grande Fratello, che nessuno vede più, è un volto ripetuto sui manifesti con espressione fissa, artificiale, una immagine televisiva martellante, una persona-non-persona. Il Partito ha ricreato la sua storia, ha reinventato la sua personalità. Tutto ciò che accade di buono è riferito a lui. Qualunque verità parte da lui. Il giusto linguaggio è quello che esce da lui. E’ la forma che il Partito ha deciso per mostrarsi al mondo. In realtà è un attore che recita una parte, costruita dal Partito invisibile, ma nessuno lo sa più, perché ognuno è fagocitato dalla sua immagine. Egli è onnipotente, e’ infallibile, attrae ogni sentimento, ogni moto d'anima, come se lui solo esistesse e non l’organizzazione. La realtà e la verità sono ciò che egli dice, e le sue parole vengono continuamente riadattate per aggiornare i fatti, in modo che nessuno confronti mai ciò che viene detto oggi a ciò che è stato detto ieri. La critica deve annichilirsi. Si abitua la gente a dimenticare, a vivere in un eterno presente. Perciò è fondamentale la manipolazione dei dati; per esempio il cibo è razionato e la razione viene diminuita da 30 a 20 grammi, si farà credere che ciò sia un bene perché una maggiore riduzione sarebbe stata necessaria nel mese successivo, per cui ognuno avrà l’impressione di ricevere di più e non di meno. La manipolazione avviene focalizzando sulle promesse e obbligando la memoria ad autoingannarsi; questo è il ‘controllo della realtà’ o Bispensiero (come adesso che ci vengono aumentate la tasse, mentre ci viene detto che le tasse ci verranno diminuite, oppure che stiamo portando la pace mentre siamo complici di una invasione).
    Giornali e telegiornali non faranno mai controlli o bilanci o verifiche, ma daranno cronaca nera, astrologia e avvenimenti sportivi (vedi il mertallemto su Cogne o la Ferrari). La gente non deve pensare, deve credere. Se qualcuno pensa, sarà eliminato (vedi Montaneli, Dario Fo, o Biagi, Santoro, o la Guzzanti…). Il pensiero deve essere unico e costruito dall’alto, non può esistere pensiero divergente, chiunque la pensi diversamente sarà considerato sovversivo (oggi qualsiasi forma di pensiero divergente viene equiparato al terrorismo o bocciata come ‘comunista’). Si fa sparire ogni copia del giornale vecchio, ogni traccia storica del passato, non deve esistere memoria perché la memoria permette il confronto. La menzogna deve diventare verità attraverso la ripetizione.
    La memoria storica sarà rivisitata e riconfezionata affinché confermi la verità imposta (vedi oggi programmi televisivi o libri di storia per le scuole…e vedi il revisionismo storico ecc.). Il revisionismo viene applicato a tutto, film, libri, opuscoli, barzellette… così da eliminare qualsiasi significato politico che non sia quello voluto dal regime (così ha fatto Stalin, così fa oggi Putin che cambia la verità di Beslan nel momento stesso in cui l’abbiamo davanti agli occhi; così hanno fatto in Cina con gli eccidi di Tien An Men; così tenta di fare la Moratti con i libri di storia o fa Violante quando parla di commemorare i caduti di Salò, così fanno da destra e da sinistra contro il pacifismo, o hanno fatto con l’omicidio Falcone, Biagi, Moro….)
    Quando le correzioni sono troppe, si inventa un eroe di guerra falso da commemorare (si inventano martiri- Biagi- o santi- Escrava'). La storia viene rettificata e così il presente, le alleanze, le guerre.. ogni fatto viene smantellato e ricostruito per come fa comodo.
    Come non esiste verità sulla storia passata, così non esiste verità sulla storia presente. Si inventano trame d’odio e nemici su cui convogliare i sentimenti viscerali. Si inventano cospiratori o complotti (ieri gli ebrei, oggi i rossi o i terroristi o gli islamici). Via via che la memoria viene modificata, si toglie ogni punto fermo alla personalità, che diventa oscillante e incerta, dunque succube, perché meno si sa, meno si è.
    Il pensiero è il grande nemico di ogni potere che intende essere assoluto.
    Il potere viene esercitato mediante paradossi, dunque è un bispensiero. Se riesci a convincere qualcuno che due cose opposte sono la stessa cosa, il gioco è fatto. La sua mente è disarmata, ne puoi fare un tappetino. Il bispensiero ti fa perdere il senso della realtà e dunque mina profondamente la tua identità. Se riesci a credere due cose totalmente opposte, come uomo sei finito. Per questo si spinge ogni cittadino a condividere contemporaneamente due opinioni in contraddizione, per esempio “credere che la democrazia sia impossibile ma che il Partito sia custode della democrazia” (credere che stai facendo la pace mentre fai la guerra, o che stai portando ordine a un paese mentre lo distruggi).
    Naturalmente la massima vittoria di un partito totalitario è presentarsi come democratico.
    Ogni codice linguistico non è solo strumento di comunicazione ma dà forma alle idee, è guida all’attività mentale dell’uomo dunque al suo senso critico e alla sua volontà; se imbrigli il pensiero, blocchi l’azione. Incidere sul sistema linguistico significa coartare la mente. Come diceva Witteenstein: “I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”. La neolingua intende semplificare al massimo le possibilità del pensiero, per questo si daranno induzioni semplificate per portare l’uomo a un linguaggio minimale: “Ridurremo alla fine il pensiero a delitto e lo psicoreato sarà impossibile perché non ci saranno parole per esprimerlo”.
    I neolinguisti manipoleranno il linguaggio affinché sia impossibile pensare pensieri diversi da quelli imposti. Come dice Chase: “Il linguaggio forma l’intera visione del mondo”. Dunque attraverso la riduzione del linguaggio avremo la riduzione dell’uomo. Qualunque pensiero dissidente è eresia e viene allontanato con un vero e proprio terrorismo linguistico. Si abbandona l’archeolingua, che è in uso prima del Socing, per far sopravvivere solo quelle parole che sono in sintonia col pensiero unico. Il pensiero unico viene continuamente ripetuto perché ogni ripetizione allenta la capacità critica e abitua a recepire passivamente qualunque contraddizione e a limitare l’ampiezza mentale. Esempi: “La parola LIBERO può sopravvivere ma solo nel senso di ‘questo campo è libero da erbacce’. Non deve significare essere 'intellettualmente libero' perché la libertà intellettuale non deve esistere nemmeno come concetto”. La lingua deve essere più semplice possibile per ridurre al minimo il pensiero. Non si deve poter esprimere in più modi la stessa cosa, ma solo in un modo. Ogni termine deve avere un significato soltanto. La maggior parte dei termini usati non devono contenere significati ma distruggerli (Berlusconi). Tuttavia si curerà l’eufonia, il messaggio deve essere armonico, carezzevole, orecchiabile, accattivante, modulato, con slogan facili (sempre Berlusconi). Il Ministero della pace è chiamato ‘Minipax’, il lager ‘Svago-campo’. (oggi una missione bellica è detta ‘missione umanitaria’; i pacifisti sono chiamati ‘terroristi’). Molti nomi sono indicati con abbreviazioni così da alterarne il significato (nazi, Gestapo, Comintern…). Le parole devono essere monotone per ingannare la mente e impedirle di pensare. I vocaboli devono essere pochi; meno la mente ha parole a disposizione, meno penserà. L’attenzione è rivolta a parole prive di importanza (...mi consenta…dissintonia).
    Gli slogan di partito siano semplici e paradossali:
    ”LA GUERRA E’ PACE” (Berlusconi, Bush, Blair…)
    “LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’ (multinazionali, neocolonialismo, lavoro precario…)
    “L’IGNORANZA E’ FORZA” (la Lega)
    La neolingua attacca il pensiero e lo distrugge. “Winston sentiva che si era prodotto come un vuoto, come se gli fosse stato tolto un pezzo di cervello”.
    Il totalitarismo azzera la rivoluzione azzerando l’individualità, solo il pensiero del Grande Fratello deve echeggiare nella testa vuota: ”Ora tutto era definitivamente sistemato, la lotta era finita. Egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello”.
    Federico Orlando scrive: “Oggi la neolingua dei governanti ha già modificato il significato di molte parole chiave; chiama ‘riforma’ la distruzione dei diritti; ‘conservazione’ la loro difesa; ‘amore’ il privilegio della maggioranza; ‘odio’ l’opposizione; ‘guerra civile’ la giustizia; ‘democratici’ i tangentisti; ‘liberali’ i plutocrati; ‘pluralismo’ l’accentramento mediatico; ‘popolo’ i soli propri elettori..”
    Le parole non sono solo suoni e significati, sono passioni (prendiamo il linguaggio berlusconiano: definisce ’tempio dell’odio’ il congresso dei DS, ‘campagna d’odio’ ogni critica, ‘partito dell’amore’ FI. Gli avversari del capo sono ‘invidiosi’. Lo stesso Bush accusa gli islamici di essere ‘invidiosi’ dei valori statunitensi).
    Scrive Fabio Mussi: “La neolingua opera per cancellazione di memoria dovuta all’uso, abuso e disuso di parole chiave dell'esperienza storica. La parola «libertà»… ormai comunemente connota stati di arbitrio, privilegio, indebolimento dei vincoli di legge, affermazione di interessi particolari, eccezione agli obblighi derivanti da un’etica condivisa…«liberi» sono i più furbi e i più spregiudicati.. in questo contesto la giustizia diventa «guerra civile» e i giudici sono «comunisti»…come «comuniste» sono tutte le forme di critica ai governanti…Simmetricamente, vanno in disuso le parole «fascismo, fascista»…Chi parla la neolingua dimentica. C’è una parte dell’opinione pubblica convinta che, sì, in Italia un giorno ci fu la dittatura. La dittatura comunista. E che il partito che ha più a lungo governato l’Italia nel dopoguerra fu il Pci (ugualmente molti ripetono a pappagallo che la tv italiana e' stata dominta per 40 anni dai comunisti). La neolingua mischia, confonde, inverte i significati.…. «Riforma» è il superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori…, o è un progetto fiscale destinato a redistribuire alla rovescia con un vantaggio secco per i più ricchi, o è un’idea del governo dell’immigrazione impregnata di pregiudizi xenofobi e razzisti…, è una deregulation nel campo delle opere pubbliche che comporta la convivenza con la mafia etc. etc. Bossi lancia lo slogan: «Riformare, riformare, riformare». Il Capo del governo si presenta come Grande Riformatore, dipanando persino la retorica del «Nuovo Rinascimento» italiano. Chi dissente, è «contro le riforme» e, dunque, «gioca contro l’Italia». (perfino l’opposizione a questo punto si chiama ‘riformista’, implicata nello stesso codice perverso, dichiarando in ciò la sua succubanza ideologica)."
    " .. è chiaro che cosa potrebbe essere inciso sulla luccicante piramide del nostro nuovo e ipotetico “1984”:
    Il potere è amore/La libertà è privilegio/La giustizia è arbitrio.
    Per imporre la neolingua c’è bisogno dei media. Ecco perché esplode l’ossessione del controllo, non solo delle Tv… viviamo in una democrazia sofferente."-continua Mussi- "…Qui allora bisognerebbe porci l’interrogativo che ci riguarda: quale lingua parla effettivamente l’opposizione politica e culturale nel nostro Paese? Ma questo è già un altro discorso.”
    Il bispensiero si impone innanzitutto ai più alti gradi del partito, ogni suo membro deve essere in grado di sostenere la mistica del paradosso (vedi Giovanardi, ma come è chiaro anche l'opposizione ormai ha perduto una propria individualità ed è stata fagocitata nella retorica dell'ordine in Irak, della precarizzazione, della globalizzazione conomica, del Grande Alleato, della devolution e di altre aberrazioni). I membri del partito devono essere pronti a dire tutto e il contrario di tutto, sempre senza emozioni (Bondi), padroni degli altri ma privi di identità personale (Schifani). Praticamente essi stessi non sono persone ma strumenti che il potere ha divorato e ristrutturato. Sono totalmente spersonalizzati e alienati, strumenti e servi della propaganda. Con la propaganda si può fare a un popolo di tutto, convincerlo a fare tutto, la gente deve smettere di pensare e deve credere ciò che vuole il Partito unico. Deve riconoscersi nell’identità che il governo vuole ottenere, in tal modo ognuno sarà puntello del regime. Il regime sarà in ognuno e ognuno lo difenderà come se stesso.
    Zavoli scrive: “… un popolo sistematicamente distratto da centinaia di canali televisivi, acquetato dagli ansiolitici, appagato dal consumismo, illuso dai modelli di successo.. è verosimile supporre che ne nasca un mondo in cui l’uomo non ha più paura di nulla, non gode più di niente, ignora origine e destino, crede senza fede né ragione, esiste in quanto appare.. e uccide senza rimorsi”.
    (Mi pare che nell’antisocietà descritta da Orwell ci siamo dentro mani e piedi; nella grande truffa mediatica ci sono non solo i regimi di Stalin e Hitler, ma la prima guerra del Golfo, che è stata una grande truffa in diretta televisiva, la guerra del Kossovo, la guerra in Afganistan, la guerra all’Irak, l'Italia moderna, specificamente gli USA… Non manca oggi la Psicopolizia (GESTAPO, CIA, KGB, SISMI e altri compari), non manca lo schermo in ogni casa che ribadisce il pensiero fisso, né il controllo sulla stampa, sui telefoni, su internet… il controllo dei media, la soppressione graduale della libertà, Patrioct Act, come nuova Costituzione italiana, l’imbavagliamento dei dissidenti. E anche l’allontanamento dall’Irak dei volontari sembra rispondere allo stesso scopo di dare una versione univoca dai fatti che nessun testimone possa contestare. )
    Il potere perpetua se stesso. “Tutte le fedi, i gusti, le emozioni, gli atteggiamenti mentali che caratterizzano il nostro tempo, hanno lo scopo di sostenere la mistica del Potere”. E riguardo a Winston, il protagonista: “...quel che più lo tormentava e che non era mai riuscito a capire chiaramente era per quale ragione quell’enorme impostura era stata messa in moto. I vantaggi immediati della falsificazione erano palesi, ma il fine ultimo era avvolto nel mistero.” Egli si diceva continuamente: “Capisco COME, non capisco PERCHE’.”
    Il potere per il potere diventa la grande ombra che smuove il mondo, anche al di là del possesso e del privilegio. Individui paranoici conducono gli altri imprigionandoli nella loro follia: Ceaucescu, Franco, Hitler, Pinochet, Mao, Stalin, Saddham, Khomeini, Sharon, Bush… E Orwell non parla di altri strumenti di coartazione, non indica il nazionalismo esclusivista, la retorica del patriottismo, il fanatismo religioso, l’indottrinamento ideologico, l’identificazione nel proprio stile di vita, l’ideocrazia, la grande beffa degli organismi sovranazionali, l'avidità delle multinazionali… ma se l’uomo vuol tornare un essere pensante, occorre che si svincoli da questi elementi condizionanti.
    Esistono archetipi negativi che conducono gli uomini oltre se stessi anche nel Male, per scopi a cui gli stessi governanti sono succubi, mostrando, nella loro miseria, come siano essi i primi a rinunciare ad ogni libertà e a ogni rivendicazione umana.
    Forse uno dei segreti della libertà non è sostituire una cupa ideologia a un’altra o un cupo fanatismo a un altro, ma riprendersi la facoltà di ridere, la capacità di sbeffeggiare il Potere ovunque si manifesti, anche in quelli che vogliono combatterlo.



    Torno sommo,

    da sempre sono stato colpito dalla diversità dei linguaggi, da sempre l'inglese seppur conoscendolo anche abbastanza bene non mi ha mai convinto, e rapportato all'italiano l'ho sempre considerato una feccia di linguaggio . Dopo questo libro ne sono pienamente convinto. Un linguaggio di un Paese ne incarna la cultura, la storia.

    Ieri con sommina ragionavo sul fatto che in inglese "fidanzato" si dice " boyfriend" uomo amico... in ITALIANO la somma lingua, si dice FIDANZATO.. deriva da FIDES, fiducia. La varietà di parole è la base per un pensiero articolato. Lingue chiuse e cagnesche come il tedesco o l'inglese hanno prodotto ben poche poesie d'amore se rapportate alle musicali italiano e francese.

    Incontrando poi turisti e turisti americani , mi sono reso conto della loro poderosa ignoranza nei più svariati campi. Sono limitati nell'usare un circondario di parole che hanno come epicentro : GET, WANT TO , GOT, DO, WELL, YEAH, ON, IN , OUT, BAD, GOOD, e pochissimo altro.
    Non distinguono tra voler bene e amare I LOVE THIS PIZZA = I LOVE MY WIFE ... la dice lunga..

    Non voglio che ci impongano l'inglese(o peggio l'americano) , è già una pseudo forma di neolingua paragonata alle lingue europee-latine.,
    Se quindi 1984 è un manuale di Potere ci aiuta anche a evitare che quell'incubo accada. Sempre in quel sito ho trovato queste 2 interessanti righe che comunque con un minuto di riflessione ognuno di noi avrebbe forgiato, le cito:



    Per dare scacco matto al Grande Fratello

    ¸ Ridimensionare lo spazio fisico e mentale che ciascuno concede all'universo teleschermo.
    ¸ Conquistare ogni giorno nuovi spazi alle praterie d'ignoranza personale e sociale. Leggere libri con costanza, innamorarsi della lettura, arricchire il proprio vocabolario.
    ¸ Ridurre la soglia di credulità individuale esercitandosi, in ogni circostanza, a pensare con la propria testa per sviluppare il senso critico. Non seguire il gregge, perché quasi sempre è nell'errore.
    ¸ Non abboccare ai "Due minuti d'odio" propinati periodicamente dai telegiornali, dove, ad esempio, Bin Laden figura nel ruolo di Emmanuel Goldstein e Al Queda in quello della Confraternita orwelliana.
    ¸ Avere consapevolezza che più tecnologia si adopera, più si è controllabili. *




    Correte a leggervelo :)
     
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  2. /101$t/MaciullatoR
     
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    lol ottimo sommoghe!
     
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  3. SommoVir
     
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    grazie ricco detentore della rosea manganezza.

    Ancora penso al finale. che tuttavia ancora devo capire. Devo sviscerarlo affondo.

    Dovrei rileggerlo innanzi tutto ma non ho qua con me li libro al momento. Come l'hai interpretato te il finale ?
     
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  5. SommoVir
     
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    non fare l'etero .. almeno leggite il libro iddy
     
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    CITAZIONE (SommoVir @ 11/1/2008, 19:50)
    non fare l'etero .. almeno leggite il libro iddy

    se interessante lo leggero'! :unsure: ora mi sto leggendo la tempesta del secolo di King!!
     
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  7. SommoVir
     
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    1984 è horror, fantascienza, porno, culturale,, è 200 stili messi insieme.. è un dovere di cittadino leggerlo
     
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  8. /101$t/MaciullatoR
     
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    Si si david te lo consgilio...non è affatto palloso, uno dei pochi libri che ho sopportato...di solito dopo 10 capitoli ne saltavo 5....comuqnue devo un po' riguardarmelo per l'interpretazione del finale iddio :P
     
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    CITAZIONE (/101$t/MaciullatoR @ 11/1/2008, 22:33)
    Si si david te lo consgilio...non è affatto palloso, uno dei pochi libri che ho sopportato...di solito dopo 10 capitoli ne saltavo 5....comuqnue devo un po' riguardarmelo per l'interpretazione del finale iddio :P

    allora credo proprio che lo leggero' :B):
     
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  10. Giallone
     
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    mo lo leggo anche io!
    Mh Mh Mhhh
     
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  11. udpZellDinch
     
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    io l' ho già letto... e non mi piaciono le strumentalizzazioni che se ne fanno!!! quello è un libro contro TUTTI i totalitarismi, vista l' epoca in cui è stato scritto, si vede anche dalla scelta del titolo,1984, che non è un' anno lontanissimo da quello in cui scrive orwell. ma non è solo questo, non solo un libro che fà riflettere sullo strapotere dei media, ma è un affresco sul comportamento dell'umanità in generale!!
     
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  12. SommoVir
     
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    grande zell ...

    bellissimo paragone il tuo con l'affresco .. è proprio così .. dopo averlo letto vedo continuamente riscontri con tutto ...

    anche la parte finale della tortura, della persuasione, dell'uso dell'oratoria per argomentare la follia..

    li tutto ricorre continuamente in ogni dove
     
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  13. danielfionn
     
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    Zicky aiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiaiiaiaiaiiaiaiiaiaiai!!!
     
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12 replies since 11/1/2008, 17:33   1034 views
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